Modalità d’esame

Nell’ultima sessione ho sperimentato insieme ad alcuni di voi la possibilità di trasformare l’esame orale dal suo formato standard (interrogazione individuale) ad un formato più seminariale, con un’ora di discussione dei testi in gruppi di tre in linea di massima. Vi è anche stato permesso di consultare i testi il che va contro quella che è l’ortodossia che richiede uno sforzo prevalentemente mnemonico. L’opportunità di provare questo formato è stata data innanzitutto ai frequentanti, in prima istanza quelle che si sono fermate durante il corso nella seconda ora più di discussione, e poi a coloro che hanno sostenuto la prova intercorso (che come sapete benissimo nel 70% dei casi non hanno davvero frequentato). Per studentesse e studenti degli anni passati è stato applicato il metodo tradizionale che appartiene al 99% dei corsi che sostenete.Alcune hanno sostenuto tutto l’esame con l’altra docente che compone la commissione. Insomma abbiamo combinato, come commissione d’esame, metodi nuovi in relazione in primo luogo ai frequentanti, e poi, come opzione, a chi ha sostenuto la prova intercorso senza distinguersi come frequentante (cioè partecipazione attiva). In ogni caso, anche se le modalità d’esame sono state diverse, i parametri di valutazione sono stati molto simili e infatti non ci sono differenze di voti tra membri della commissione d’esame – sia da una parte che dall’altra il range è stato ampio – dal 18 al 30 e lode (uno solo a entrambi gli estremi) – con una concentrazione di voti tra il 23 e il 27 – e la bocciatura da sempre riservata a chi non ha proprio studiato parti consistenti e importanti del programma.

 

Vi è stata anche offerta la possibilità di auto-gestire i tempi, cioè di stilare una lista che tenesse conto di urgenze varie ecc. Certo i numeri sono alti, quindi è inevitabile che si arrivi tutte un pò stremate. Chi si è ritrovato a sostenere l’esame per ultima, ha come succede sempre, sofferto un pò. Avreste anche potuto chiedere di sostenere l’esame il giorno dopo, visto che comunque continuavano gli appelli della magistrale. Comunque resto convinta che la commissione abbia agito con consistenza nella valutazione, anche nell’adottare metodi diversi, che, ripeto, per me erano prima di tutto riservati ai frequentanti attivi, cioè che avevano partecipato con interventi e con perserveranza a tutto il corso.

Detto questo, mi fa molto piacere che abbiate apprezzato il nuovo formato sperimentale, che ripeto era in principio riservato ai frequentanti ‘veri’, e capisco chi avrebbe voluto fare questa esperienza, che è stata davvero bella. Mi sembra una conferma che ci vogliono metodi nuovi per esaminare, perchè corsi diversi testano capacità diverse. Avete avuto un senso di ciò a cui i vostri colleghi molto privilegiati nelle università di elite dove il rapporto numerico docente/studenti è molto ma molto ma molto più basso sono esposti regolarmente. Incontri di gruppo, formato seminariale, discussione di testi. Così si fa la formazione e valutazione in paesi che mantengono un decente livello di investimento e finanziamento che è prima di tutto investimento nel lavoro, cioè assunzione con stipendi dignitosi, di ricercatori e docenti. Un corso come il nostro richiederebbe almeno altri sei docenti impegnati in attività seminariali dopo le lezioni (siete in 300 praticamente divisi nei duoi corsi, cioè 150 per ogni docente, vedete un pò voi). Questi giovani docenti ci sono, esistono, sono stati formati nei cultural studies, e sono stati praticamente espulsi dall’università italiana dai tagli – a volte in giro per l’Europa in varie università e centri di ricerca. Alcuni li avete conosciuti quando hanno tenuto le loro lezioni sulla loro ricerca nella seconda parte del corso.

Vi auguro dunque una buona estate, confermando che la commissione d’esame prenderà in considerazione le vostre critiche per le prossime sessioni in modo da rendere più chiaro già dall’inizio quali sono le procedure e i metodi di valutazione.

 

 

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